sabato 20 gennaio 2018

CAMPAGNA ANTITERRORISMO ISLAMICO.



 E’ ben noto che i terroristi islamici si oppongono al consumo di bevande contenenti alcool e che considerano un peccato vedere una donna nuda che non sia la propria!


Per questo motivo si chiede che il giorno 25 GENNAIO 2018, alle ore 15.00 ora locale, tutte le donne corrano nude per gli uffici e che tutti gli uomini le inseguano con una birra in mano!


Questo ci aiuterà ad individuare i terroristi che si nascondono nelle nostre aziende!


L’intero mondo libero ti ringrazia per la tua collaborazione nella lotta contro il terrorismo!


sabato 13 gennaio 2018

IL PRETE BELLO. (4. parte)

Il maresciallo dalla logorroica figlia del titolare del porto d’armi venne a sapere:
Che la chiave dell’armadio delle armi era nascosta da qualche parte, ma in un luogo che lei ignorava.
A domanda specifica: che a prima vista non mancava nulla.
Ancora: che il pomeriggio dell’omicidio del sindaco c’era stata la visita del parroco alla madre, lei assente fino a sera. Non sapeva quanto si fosse trattenuto, la madre non era in grado di dirlo.
Il parroco aveva familiarità con le armi del padre, che lei sapesse?
Si... avevano avuto modo di sparare assieme in una riserva di caccia con i fucili del padre. Il padre aveva affermato che il parroco era un ottimo tiratore con una discreta conoscenza delle armi. Lei li aveva sentiti discutere spesso di cose relative alla caccia.
Ora il maresciallo sapeva di certe voci che circolavano in paese, di un rapporto affettivo fra il parroco e la figlia stessa, sembrava che questa fosse stata abbandonata proprio per la moglie del sindaco; ciò lo faceva dubitare di quanto lei affermava, non sapeva quanto fosse attendibile. Esaminò le molteplici armi contenute nell'armadio, c’era il fucile interessato, c’erano dei fucili da caccia grossa, ricordò allora che il defunto Sig.X aveva partecipato ad alcuni safari in Africa.
Notò anche una cosa, che al momento non ritenne importante.
Si accomiatò dalla figlia pregandola di passare in caserma per la deposizione.

L’assassino non volle correre rischi e si liberò dei restanti proiettili da lui stesso modificati in pallottole tipo dum dum ed anche del bossolo sparato. Lo fece in un lungo giro in moto, buttandole una ad una in vari corsi d’acqua della provincia.

L’amante del sindaco morto non si dava pace. Gli mancava troppo. Pensava a lui in ogni attimo della giornata. Si caricava sempre più di un livore vendicativo. Si mise sul tavolo di cucina e scrisse una lettera anonima, poi la imbucò.

Al prete bello non bastò l’incontro. Appena fuori dell’uscio della casa del sindaco morto la voglia di lei lo riprese. Ora la libidine lo mordeva, ma non solo, voleva dividere con lei ogni attimo del giorno, affrontare ogni problema quotidiano assieme, da molto si era reso conto di essere innamorato. Pazzamente innamorato e che per lei sarebbe stato disposto ad ogni gesto, anche il più inconsulto. Ricordò mentre tornava in chiesa il colloquio avuto con il sindaco... il marito... qualche giorno prima della sua morte. Le sue minacce, il suo atteggiamento ultimativo. Era presto detto: non sapeva se fosse vera o meno la cosa, ma doveva far cessare le molte chiacchiere che circolavano in paese sulla relazione con sua moglie o avrebbe avvertito il Vescovo di quanto accadeva.
Ciò avrebbe causato il suo allontanamento e lui non poteva più concepire la vita senza di lei.

Il maresciallo dubitava delle cose troppo semplici. Spesse volte si prendono delle cantonate enormi a dar credito alle prime convinzioni. Per dovere d’ufficio scrisse un rapporto per il Giudice per le indagini preliminari, presentandogli i fatti rilevati fino al momento attuale.
E andò a parlare con il parroco.

Il prete bello accolse il maresciallo in sagrestia.

Il maresciallo si rendeva conto che era una cosa inconsueta sospettare un prete di un omicidio e partì da lontano con le domande. Presto dovette arrivare al dunque. Intanto doveva convenire che poche volte aveva visto un uomo così bello. Gli occhi verdi contrastavano con i capelli corvini. Il fisico sembrava quello di un atleta e la tonaca non faceva altro che evidenziare il tutto.
Ecco le domande e le risposte del prete bello.
-Risponde al vero che ha una relazione intima con la moglie del defunto?
Sono solo il suo assistente spirituale, nulla di più, lei è una donna sposata e con figli, una buona cristiana.
-Dove era il pomeriggio del delitto?
Ero impegnato in una visita pastorale ad un’inferma.
-La signora X.?
Si, proprio lei.
-Per quanto tempo?
Non ricordo esattamente, so che era nel pomeriggio.
-Ritornò in paese dopo che il delitto era avvenuto?
Si... al ritorno seppi del fatto, intervenni sul luogo per dare l’estrema unzione.
-Cosa aveva usato per raggiungere il luogo della visita?
La moto, la mia moto.
-Non aveva avuto una relazione sessuale con la figlia del sig. X?
No, solo contatti di tipo parrocchiale.
-Questo non collima con quanto afferma l’interessata, che parla di una relazione sessuale, da lei interrotta causa la nuova relazione con la moglie del sindaco.
L’interessata lavora troppo di fantasia. Lei ha provato delle avance e io le ho respinte.
-Sapeva che il sig. X. aveva diverse armi? E fra le tante anche un fucile carabina Remington 40xB tactical?
Ho visto l’armadio delle armi, ma non conosco i vari tipi di fucile.
-Non lo ha mai usato?
Una volta ho partecipato ad una partita di caccia con il sig X. Ma non ricordo l’arma che ho usato.
-Il sig X, a detta della figlia, ha affermato che lei è un ottimo tiratore e che ha una buona conoscenza delle armi, conferma?
Solo una coincidenza fortunata in quell'occasione e no, non conosco bene le armi.
-Sa dove il Sig. X teneva la chiave dell’armadio delle armi?
Non lo so.
-Il sindaco defunto sospettava di una relazione intima fra lei e sua moglie? Non gliene ha mai chiesto spiegazioni?
No, mai è accaduto qualcosa del genere.
-Risulta che lei, come parroco o come subordinato, sia stato allontanato diverse volte dai luoghi dove esercitava il suo compito, si parla sempre di cose sessuali, cosa c’è di vero?-
Sono solo chiacchiere e maldicenze. Nulla di vero.
Finì così il loro colloquio.

Il maresciallo mentre tornava alla stazione dei carabinieri si chiedeva quanto e in cosa il prete bello avesse mentito. Scrisse il rapporto e lo mandò al magistrato, chiedeva un mandato per acquisire il fucile, una perquisizione per l’alloggio del parroco e l’autorizzazione ad interrogare il religioso in caserma. Di poterlo torchiare un po’. A breve gli pervenne la risposta da parte del Giudice per le indagini preliminari. No alla perquisizione in parrocchia. Si all'interrogatorio e all'acquisizione dell’arma, all'interrogatorio voleva partecipare anche il magistrato.
Il maresciallo continuava a provare una strana sensazione sentiva che qualcosa non quadrava, che gli sfuggiva.

Il prete bello aveva un solo ed unico interesse, tenere fuori da questa brutta storia lei. Il resto era sopportabile. Era disposto a sopportare anche un calvario pur di salvare la sua immagine. Avrebbe negato tutto... anche davanti ad un crocefisso.

Il maresciallo non mancò di verificare anche le altre armi compatibili con l’omicidio. La carabina TIKKA T3 Tactical apparteneva ad un commerciante, l’altra la carabina Savage 12 ad un membro del consiglio comunale dello stesso gruppo politico del morto, nonché assessore al bilancio del comune. C’era in tutto questo qualcosa che non andava, lo sentiva a pelle. Si recò dal commerciante, il quale aveva un alibi senza possibilità di dubbio. Il pomeriggio del delitto era distante un centinaio di km, presente ad un convegno di settore, esistevano decine di testimoni che potevano provarlo. Gli fu chiesto se qualcuno avesse la pratica possibilità di poter accedere alle armi, gli fu assicurato di no. Aveva un’unica chiave e lui la custodiva personalmente. Con l’assessore sentiva che doveva andarci con cautela, quelli come lui, arroganti e presuntuosi, ci mettevano poco a protestare con i propri notabili di partito e questi pezzi grossi, a loro volta, con i comandi dell’arma. Sapeva che in un attimo potevano rilevargli la conduzione delle indagini.
Eppure, cosa cos'era che non quadrava? Era un tarlo che gli stava rodendo il cervello. In casa rispondeva a monosillabi alla moglie. Lei... conoscendolo evitava di insistere.
Cosa c’era che non andava in tutto questo? Più ci pensava, più la conclusione si allontanava.

Il prete bello fu convocato alla stazione dei carabinieri. Un milite attese e lo accompagnò. Dietro ad un tavolo c’era un giovane uomo che si presentò come il magistrato inquirente, di lato sedeva il maresciallo, un altro militare vicino alla parete scriveva. Le domande fattegli erano più o meno quelle alle quali aveva risposto in precedenza.
Si rendeva conto che non riusciva a convincere chi lo ascoltava.
Non era più il rispetto per lui persona che ancora tratteneva gli inquirenti da usare metodi più persuasivi, no.. solo il timore del suo abito talare e di quello che rappresentava, la reazione che poteva far suscitare. A volte toccare un prete è come mettere le mani in un vespaio. Presto i giornalisti presenti permanentemente nel paese seppero dell’interrogatorio e presero a parlarne nei loro giornali, nei notiziari. La cosa fece molto rumore e presto l’attenzione sul delitto divenne nazionale.

Il GIP scambiò con il maresciallo alcune considerazioni, fuori dell’ufficio, in una sosta dell’interrogatorio mentre bevevano un caffè. Il magistrato era ormai convinto che il prete bello fosse l’autore dell’omicidio. L’acquisizione del fucile custodito nell'armeria del Sig. X era cosa fatta, ora andava esaminato dai periti balistici per controllare se aveva sparato di recente. Aveva inoltre la deposizione firmata dalla figlia che confermava ogni parola di quanto detto in precedenza. Il maresciallo molto pacatamente gli fece osservare che avevano il movente, avevano anche il modus operandi possibile ma una vera e propria prova schiacciante non c’era.

E poi.. quella maledetta sensazione di star prendendo un granchio colossale? Certamente non poteva esternarla al giudice che non l’avrebbe mai accettata, cercò di consigliargli allora di proseguire con prudenza. Il magistrato rispose che voleva consultarsi con il capo della procura, sentire la sua opinione e se questa era favorevole procedere al fermo ed all'incriminazione. Intanto si doveva trattenere il parroco, non lo si poteva certo lasciarlo andare, c’era il pericolo di fuga.