venerdì 18 dicembre 2020

SARA, VIC E CAZZO DI TORO

 



Ricorda...


Era estate.

Da poche settimane aveva perso la relativa innocenza della sua adolescenza ed era diventato uomo.

Grazie a Sara.

Sara e la sua sconfinata sensualità.

Sara, puttana senza limiti.

Sara, la sua prima donna.


Sara, l'amica intima di sua madre.


Aveva bruciato le tappe con lei, un corso accelerato di sesso sfrenato.


Ricorda...


Quella mattina lo sveglia presto.

-Svelto... ho voglia di fare una nuotata in un posto speciale, vedrai che spiaggia... un paradiso...-


Dalla litoranea si stacca una stradina stretta e sterrata che con alcuni stretti tornanti arriva in un posto da sogno, deserto o quasi.


-Sai...? E' un posto dove si trovano i gay, vengono qui e si accoppiano, a volte vengo a guardarli... mi eccitano...-


Si spogliano e corrono verso il mare, si portano al largo, sono ambedue degli eccellenti nuotatori.

Nuotano vicini... si toccano, in breve sono avvinti in abbracci sempre più incandescenti, Vic è molto eccitato.

E' dotato... molto e Sara ne sa apprezzare la vigoria quasi inesauribile.

Ora lui è disteso sulla schiena, galleggia e così fa si che lei gli possa masturbare il grosso cazzo duro.


-Guarda... guarda Vic! Quello è Cazzo di Toro! E' famoso... sai! Vieni andiamo a vedere...-


La leggera corrente marina li ha portati lontano da dove sono entrati in acqua e di fronte a loro sulla spiaggia sta disteso un uomo nudo.


-Sai... è chiamato così... Cazzo di Toro perché ha un cazzo spropositato, mai visto una cosa così! -


Prendono terra e si avvicinano.

Vic vede una cosa che riteneva non potesse esistere in natura.


L'uomo... molto bello, ha un tronco di carne enorme che al momento è abbandonato sulla coscia, a riposo.

Sara non sa staccare gli occhi.

Sussurra...

-Vic... quel cazzo mi fa impazzire! Ho cercato di farmi scopare... ma niente... lo sogno quel cazzo enorme, sogno che mi rompe... che mi allarga fino a squartarmi... so che godrei come non mai...-


Si ferma... prende Vic, gli pone le mani sulle spalle.


-Vic... vuoi fare una cosa per me...? Ti prego... ti prego... mi faresti godere... da morire...-


Lo porta per mano fino ad essere vicino all'uomo.

Si ferma... guarda insistentemente il ventre guarnito dall'enorme verga.


-E' mio figlio questo bel ragazzo... ti piace? Guarda che bello è... e che cazzo ha... ti piace vero? Uno scambio... Cazzo di Toro... tu mi fai fottere il tuo cazzo... e te lo lascio succhiare...-


L'uomo mercanteggia... vuole di più, vuole essere preso... penetrato, inculato, non gli basta fare un pompino.

Sara guarda Vic, i suoi occhi sono colmi di una libidine assoluta e lui non sa negarsi.


-Va bene... Sara... lo faccio...-.


Cazzo di Toro è disteso, Sara sta masturbando lentamente il cazzo di V. per invogliarlo, per eccitarlo, tira a fondo il prepuzio liberando la grossa cappella violacea, il cazzo è duro, quello di Cazzo di Toro si sta alzando ora... fa impressione quanto è grosso, grosso quanto l'avambraccio di un uomo, venato... turgido... scuro.

Sara spinge Vic verso l'uomo.

Ma lui vuole vedere... vuole vedere Sara.

Si inginocchia presso la testa dell'uomo ma si mette in modo di poter vedere, gliela prende fra le mani la testa e inizia a penetrarlo in bocca... forti fendenti, forti colpi che spingono il cazzo fino in gola.

Guarda.

Sara è trasformata, dalla bocca le escono strani suoni, fra il lamento e il ringhio di una cagna.

Si avvicina all'uomo disteso... a gambe larghe lo scavalca, ora lo domina dall'alto e con la saliva si bagna la fica già pronta... aperta... gonfia, sputa ripetutamente sulla mano aperta e bagna la grossa cappella.

Si abbassa piegandosi sulle ginocchia... flettendole, prende fortemente la colonna di carne con le mani.


Si sente una vestale del Phallus... del toro sacro!


Una partecipante alle orge che erano le estreme espressioni del principio di fertilità nella Sardegna della civiltà nuragica.


Ricorda il flautista itifallico, la statuina... forse ittita, del flautista dal grosso pene ritto, immagina di congiungersi con lui...


Immagina...


Lei che struscia fortemente la cappella sullo spacco... che si apre, che si abbassa e spinge... e riprova... ancora... bagna e spinge, vuole essere penetrata... vuole essere aperta... a ogni costo.


La potenza simbolica di un grosso cazzo.


Ricorda...


che nel regno biblico di Canaan i re mangiavano il pene del predecessore per assimilarne la loro forza e il potere.


Ricorda...


che fra gli antichi romani un grosso cazzo favoriva la carriera militare.


Tutte verità.


Ora lo immagina come un lingam, il fallo di pietra sacro, enorme... sul quale si immolavano le seguaci indù di Shiva.

Lui linga... e lei yoni.


E ancora... essere posseduta dall'immenso pene d'oro che veniva portato in processione durante le celebrazioni di Dioniso nell'antica Grecia.

Posseduta e godere fino a morirne.


Basta...!

Lei è la vestale... e deve averlo questo cazzo mostruoso che le ha intorpidito la mente.

Si abbassa... urla... e si sente penetrare... urla... dolore e piacere... dolore e trascendenza fisica... piacere e stordimento.


Vic osserva con emozione.

Vede la natura di Sara allargarsi... diventare capace di contenere quella enormità.

Emozione..... sbigottimento... ed eccitazione, sente il suo cazzo nella bocca dell'uomo contrarsi... e gode, gode più della scena enormemente eccitante alla quale assiste che del lavoro di bocca.

Gode... gli prende la testa con le mani e lo fotte in bocca mentre urla dal piacere e inonda la gola dell'uomo con la sua cospicua sborrata!


Sara è una furia... mentre si impala furiosamente sul grosso obelisco di carne... la testa portata all'indietro, occhi chiusi e il continuo rantolo di lussuria.

E le sue spinte... frenetiche ora! Tiene la colonna con le mani e si fa penetrare a fondo... fino a godere di un orgasmo infinito, doloroso... ma per questo eccezionale!

Si leva a fatica.

Si sdraia a terra... le gambe aperte e la sua natura completamente slabbrata.

Vic le è vicino.


-Portami a casa... portami a casa... -


Cazzo di Toro protesta, non ha goduto, ricorda loro i patti... Vic avrebbe dovuto prenderlo... incularlo.


-Domani... -


Promette Sara.


E il giorno dopo ritornano e Vic prende l'uomo fra le dune di sabbia. mentre Sara assiste.

Il suo primo uomo.


Ricorda...


Che mentre lo inculava con tutta la sua forza... lui belava, i suoi gemiti sembravano i belati di un agnello.


L'uomo dal cazzo di toro belava come un agnellino.

AH... IL PIACERE!


 

RELIGIOSI


 

IMMAGINE


 

giovedì 17 dicembre 2020

L'UOMO CHE CROCIFIGGE LE DONNE.

 



Lui è bello.

Una bellezza inquietante la sua.

Un viso vissuto, pieghe profonde gli solcano le guance, ha una massa di capelli gonfi e disordinati. 

Occhi freddi, verde azzurri.

Alto, il corpo è snello, slanciato, i lunghi muscoli guizzano ad ogni suo movimento e rivelano la sua forza non comune.


Lui vive due vite. 


Ha come una clessidra dentro, quando la parte superiore si svuota nella sottostante arriva il momento e si trasforma, diventa…  L'ALTRO!

E si mette in caccia.

Stavolta entra in questo bar, non lo conosce, non ritorna mai nello stesso posto e qui non c'è mai stato, si siede al banco, non beve alcolici, ma per non dare nell'occhio ordina qualcosa e aspetta.

Il suo ingresso non è passato inosservato, le donne presenti lo hanno guardato, ammirato, ci hanno fatto un pensiero.

A volte qualcuna delle più intraprendenti, delle più spudorate, arriva perfino a fargli un invito esplicito, lui sorride, un sorriso freddo quanto lui e declina, dice che aspetta una donna e che questa è molto gelosa.

Lui attende.

E’ paziente, spera che prima o poi entri quella giusta, quella che stimolerà il suo interesse.

E quando succede, quando lei entra lui si trasforma, dall'animale indolente che era diventa un felino, attento, pronto, gli occhi gli si animano, prendono colore.


E' lei? Quella che aspettava?

E' una donna sui quarantacinque, non meno, piacente, anzi bella, ma già sulla strada senza uscita dell'invecchiamento, ha pesanti capelli neri che porta lunghi e mossi sulle spalle.

Non è sola, è in compagnia di amiche, ridono, scherzano, festeggiano qualcosa o qualcuno.

Le incolla gli occhi addosso, vuole farle capire il suo interesse e lei lo nota, come non potrebbe? Sente il suo sguardo, sente il calore che emana e iniziano a corrispondere con gli occhi.

Lei al tavolo con le amiche ride delle loro facezie e intanto lo guarda, non riesce a distogliere lo sguardo.


Lui le dice con gli occhi…


-Ti voglio… te… te... voglio te…-

Lei, con gli occhi…

-Ti voglio anch'io…-


Lui crea l’occasione.


E' un maestro di seduzione, sa giocare con la voce, con la sua gestualità, sa  affascinare.

Più tardi escono assieme.


Ora?

Ora sono a casa sua, un loft alla periferia della città.

L'abbraccia, le passa le mani nei capelli, infila le dita nella massa color della notte e la bacia, più che un bacio è un morso, le mangia la bocca.

E' in preda alla passione, alla sua particolare passione. 

La denuda, passa le mani sui grossi seni pesanti, sui glutei, fra le cosce, sente il suo umidore, lei è eccitata, desidera quest'uomo, lo vuole sentire dentro di se, vuole esser riempita, vuole essere posseduta con forza e accetta tutto, lui spinge con forza le dita dentro la fica calda, bagnata, le rigira, trova il clitoride inturgidito e lo strizza forte, lei mugola, si dimena. Ora è lei che gli apre la camicia, passa le unghie sul suo petto, trova i suoi capezzoli, li tormenta con le dita, con le unghie.

Lui si stacca, veloce si toglie camicia e pantaloni, mocassini, mette in mostra un cazzo straordinario.

Grosso, lungo, curvo, piegato all'insù, un cazzo che ogni donna che lui ha avuto ha desiderato follemente e anche temuto, si… temuto per le dimensioni, dimensioni che non fanno altro che aumentare il desiderio, il desiderio d’eccedere, la voglia di cavalcare la febbre che prende quando si vuole passare i limiti, quella febbre ingestibile, senza controllo.

La prende ancora per i capelli e la fa inginocchiare, prende il grosso bastone di carne in mano e le percuote con questo le gote, poi… glielo spinge contro il viso, cerca la sua bocca, lei l’accetta a fatica, le sue mani accarezzano le natiche contratte di lui, cercano i grossi coglioni duri, accarezzano la grossa asta innervata e venata, bagna con la saliva la cappella e lo prende nella bocca.

Lui è inarcato, ha i muscoli in rilievo mentre spinge il cazzo nella bocca di lei, la violenta, la tiene forte mentre la penetra.

Lei è soggiogata, senza volontà, subisce quest'uomo, il suo godimento è essere usata, presa con violenza. 

E' costretta in ginocchio poi carponi, la testa fra le braccia appoggiate al pavimento, lui dietro di lei, mena lentamente il cazzo, scappella e ricopre il glande rosso violaceo, l’avvicina… fruga con la cappella e spinge, si sostiene con le mani sui fianchi di lei, le gambe piegate e inizia a penetrarla, forti colpi, fa entrare completamente l’intera verga, i suoi lombi colpiscono le natiche con degli schiocchi, il sacco dello scroto percuote il ventre della donna.

Si ferma e lentamente lo ritira, fino a farlo uscire completamente e poi lo rimette con un forte colpo che toglie il fiato alla donna, ancora… ancora, lei gode, gode del cazzo che la possiede, gode della posizione, gode della sua totale sottomissione.

Il corpo dell'uomo e' lucido di sudore ma e' inarrestabile, il suo movimento continua, con le mani la tiene ferma e spinge senza riguardo, le fa male ma è quel dolore che accresce il piacere, che lo fa diventare sublime.


...E LUI SI VEDE…!


Il solito flash-back!

Lui… ragazzo piegato!

Lui… violato! 

Lui… violentato…!


Mentre la madre ubriaca guarda e ride!

Rivede il supplizio con la croce, lui la vittima e loro i carnefici!

Si rialza, prende la donna senza riguardo e la porta nel lato buio della grande stanza, qui c'è una croce a terra, una croce di legno come quella usata per il martirio di San Andrea, a forza la distende, lei ora è terrorizzata, ha paura, ha capito che non è più un gioco ma qualcosa di estremo.

La lega, con dei tratti di corda assicura le sue braccia alla croce e poi le gambe, lei è posta contro la croce con il suo davanti e mostra la schiena, al contrario della figura che abitualmente vediamo crocifissa.

Lei gira il viso verso di lui, lo prega, lo implora di slegarla, di lasciarla andare, di non farle del male.

Lui si pone sopra di lei fra le sue gambe, le alza il bacino e la prende di nuovo, la penetra violento! Ora è nel culo che la prende, feroce, bestiale, violento!


Ora urla!

Urla la sua libidine impazzita!


-PUTTANA! Puttana…! Ora urli? Piangi? Non urlavi mentre mi violentavano! Ridevi, puttana schifosa che sei! Ora tocca a te… soffrire e urlare dal dolore! Ora sei tu ad essere legata alla croce!-


I colpi che le da sono terrificanti e lei, la donna, urla e geme dal dolore. 

Ha paura… terrore! 

Lui si alza in piedi e mena furiosamente il grosso cazzo e mentre sborra, mentre lunghi filamenti di sperma ricadono sul corpo disteso urla ancora, urla il suo odio verso le donne, verso quelle che gli ricordano la madre!


LUI... ancora una volta ha crocifisso la madre!

Fino a quando gli basterà questo? Fino a quando il suo odio si limiterà a questa violenza? 

Per adesso, per ora è in pace.

E’ tranquillo, il suo tormento inizierà a montare nuovamente da domani in un circuito senza fine.


Libera la donna, si rivestono, l'accompagna.

Lei? Ora... passata la paura è arrabbiata, minaccia, insulta ma sente il sollievo enorme di essere ancora viva. Ha sentito soffiare su di sé il vento gelido della morte.

Il loro rapporto finisce qui, non avrà seguito ma lei lo ricorderà per sempre, ricorderà il terrore e lo strano piacere, l'assurdo piacere di essere una vittima sacrificale e qualche volta lo rimpiangerà, si... contro ogni razionalità rimpiangerà quest’emozione unica che ha vissuto!

PIACERE IN VASCA